giovedì 11 febbraio 2010
La Pietra di Luna
Ci sono letture che iniziano per caso: scatenante, questa volta, è stato il brillante color verde ramarro della copertina del libro, un Garzanti degli inizi degli anni '70 con ancora la sua plastica originale tutt'intorno. Preso in mano il volume, in una bancarella di libri usati, sono rimasto colpito anche dalla fascetta che segnalava come dal romanzo fosse stato tratto uno sceneggiato (RAI!) di cui non ho assolutamente memoria.
Il titolo non mi diceva nulla di preciso, avevo solo una vaga sensazione che valesse la pena leggerlo, ma senza avere riferimenti temporali o letterari tranne quelli della quarta di copertina.
Il libro, col suo incarto originale, è rimasto in un angolo di uno scaffale fino a quando, all'inizio di questo mese, ho dovuto viaggiare in autobus, 5 o 6 volte, in direzione Firenze. Ho pensato allora che fosse venuto il momento di immergermi nelle 520 pagine fitte, fitte.
L'orario dei miei spostamenti (alle 7 di mattina e nel primo pomeriggio) ha favorito la lettura; al mattino, tra i miei compagni di viaggio, al massimo un altro paio di lettori; gli altri, tutti silenziosi, mezzo addormentati o con le cuffiette ad ascoltare musiche ignote; al pomeriggio i viaggiatori erano pochi, anche se è accaduto di trovarmi con qualche gruppo di studentesse chiacchierine o di montepaschini ciarlieri che un po' mi hanno distratto. Ma insomma, nel complesso, sono riuscito a leggere con buona tranquillità e lena, lasciandomi indietro un centinaio di pagine, finite qualche giorno fa, nel tempo che alla lettura dedico, qualche volta, prima di dormire.
Leggere questo romanzone dell'ottocento è stato piacevole, i personaggi gradevoli, il plot regge bene agli anni, la traduzione di Pietro Jahire e Maj-Lis Rissler Stoneman scorre bene (ma perché nessuno ricorda mai i traduttori? grandi artisti nel farci apprezzare scritti in lingue sconosciute).
Wilkie Collins mi ha incuriosito e sto valutando se vale la pena di leggere anche La donna in bianco: potrei tentare, col fedele Microsoft Reader e i relativi dizionari, a leggerlo in inglese; lo sforzo mi sembra tanto: anche questo è un bel librone; forse potrei arrivare a un compromesso, leggermi la versione, in inglese, a fumetti, che è solo 50 pagine (è una battuta, ma forse farò proprio così....)
Il fumetto, del 1949, lo trovate qui.
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