sabato 20 luglio 2019

Luna 1609


Quattrocentodieci anni fa, alla fine dell'anno 1609, Galileo Galilei dipingeva degli acquarelli per fissare definitivamente l'aspetto che aveva la Luna, vista attraverso le lenti del suo 'cannone'. Poco dopo sarebbe uscito, in latino, il Sidereus Nuncius.

Nell'immagine: uno dei sei acquarelli della Luna realizzati da Galilei. Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale, Ms. Gal. 48, c. 28r. QUI.

Bellissima cosa e mirabilmente piacevole, vedere il corpo della Luna, lontano da noi quasi sessanta raggi terrestri, così da vicino come distasse solo due di queste dimensioni; così che si mostrano il diametro stesso della Luna quasi trenta volte, la sua superficie quasi novecento, il volume quasi ventisettemila volte maggiori che quando si guardano a occhio nudo: e quindi con la certezza della sensata esperienza chiunque può comprendere che la Luna non è ricoperta da una superficie liscia e levigata, ma scabra e ineguale, e, proprio come la faccia della Terra, piena di grandi sporgenze, profonde cavità e anfratti.

G. Galilei, Sidereus Nuncius [1610] da Opere / Galileo Galilei; a cura di Ferdinando Flora. - Milano; Napoli: Ricciardi, 1953. [Trad. L. Lanzillotta]. Scaricabile dal sito di LiberLiber.

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