In ricordo di Umberto Eco.
Se la cultura è un fatto aristocratico, la gelosa coltivazione, assidua e solitaria, di una interiorità che si affina e si oppone alla volgarità della folla (Eraclito: "Perché volete trarmi d’ogni parte o illetterati? Non per voi ho scritto, ma per chi può capirmi. Uno vale per me centomila, e nulla la folla"), allora il solo pensiero di una cultura condivisa da tutti, prodotta in modo che si adatti a tutti, e elaborata sulla misura di tutti, è un mostruoso controsenso. La cultura di massa è l’anticultura.
U. Eco, Apocalittici e integrati, Milano, G. E. Fabbri-Bompiani-Sonzogno-Etas, 1964
[Via: Libriaco.]
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