venerdì 23 ottobre 2015

La Crusca, l'Italiano e la COOP


La situazione economica e finanziaria dell'Accademia della Crusca è critica.

Già nel 2010 (!) gli Accademici della Crusca firmavano un appello pubblico denunciando
"le condizioni di assoluta precarietà economico-finanziaria dell’istituzione [...] e chiedono con forza al Governo che, con un atto normativo, sia finalmente assicurata all’Accademia della Crusca, per la sua unicità di ente di tutela, promozione e valorizzazione della lingua nazionale, una dotazione ordinaria in grado di consentirle un sicuro funzionamento e uno sviluppo delle attività adeguato ai propri fini statutari."

Se in Italia non ci fossero Lui e il Suo governo e avessimo un Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, con tanto di Ministro (con o senza barba), non ci sarebbe bisogno di una catena di supermercati, l'Unicoop Firenze, per finanziare l'emerita istituzione, fonte, arbitro, memoria, della Lingua italiana, con un fondo di centomila euro (che sono briciole, lo stipendio annuo di tre o quattro impiegati) e con altre iniziative atte a sostenere l'ente fiorentino.
Ma i soldi promessi, una manciata, da Roma non arrivano: d'altra parte un'istituzione culturale che economicamente non rende nulla per i politici del twitt e degli hashtag è assolutamente senza valore, no?

Come risolvere concretamente il problema, in assenza di uno Stato? Chiedere la carità di un aiuto.


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