Abbiamo cominciato a digitalizzare un libro con un tema molto attuale, La Libia d'oro di Giuseppe Rovani.
Tra qualche giorno lo pubblicheremo su Scrivolo, continuando la nostra iniziativa di recupero dei testi italiani non più ristampati.

Who'll be my love
You'll be my love
You'll be my sky above
Who'll be my light
You'll be my light
You'll be my day and night
You'll be mine tonight
Ruby glykeia (Ruby my sweet)
Ela xana (come again)
Ela xana konta mou (come again close to me)
Ela proi (come in the morning)
Me tin avgi (by dawn)
Hrisi san iliahtida (gold as a sunbeam)
Ruby mou mikri (You small Ruby)
Ruby my love
You'll be my love
You'll be my sky above
Ruby my light
You'll be my light
You'll be my day and night
You'll be mine tonight
Dal sito del Consorzio Chianti Classico apprendiamo che:Le “capitali” del Chianti sono le città di Firenze e Siena e le sue terre si estendono proprio a cavallo tra le due province: si tratta di 70.000 ettari che comprendono per intero i comuni di Castellina in Chianti, Gaiole in Chianti, Greve in Chianti, Radda in Chianti e in parte quelli di Barberino Val d’Elsa, Castelnuovo Berardenga, Poggibonsi, San Casciano in Val di Pesa e Tavarnelle Val di Pesa. La zona viticola del Chianti è stata delimitata nel 1932 da un decreto ministeriale e da allora i confini sono rimasti invariati. Il decreto definiva la zona di produzione del vino Chianti Classico come la “zona di origine più antica”, conferendole un attestato di primogenitura e riconoscendole, così, una peculiare unicità territoriale. Già da allora, l’attuale territorio del Chianti è stato quindi riconosciuto come zona di produzione originaria per il vino Chianti Classico, che per distinguersi dai vini Chianti nati in seguito e prodotti in zone diverse dal territorio del Chianti ha dovuto fregiarsi dell’appellativo “Classico”. Classico significa quindi “il primo”, “l’originale”.
Ora, dice il Devoto-Oli (ed. 2009), che il clone è:... per estens. Copia identica; fig., copia fedele, ma del tutto priva di originalità e di autonomiadunque, il clone è una copia, un duplicato, un oggetto fatto a immagine e somiglianza di un originale, di un qualcosa che risulta così peculiare e pregevole da meritare il tentativo di imitazione.

Se Il tenente Colombo, ormai replicato da decenni, è diventato oggetto di gara casalinga (facciamo a chi riesce per primo a identificare il titolo del telefilm che trasmettono oppure, quasi fosse un grande classico, preveniamo, dicendole ad altavoce, le battute più famose), N.Y.P.D, che vanta la realizzazione di ben 12 serie successive, mi appassiona per le storie ben costruite e per la figura del grasso, semipelato, ex alcolizzato, irascibile e fragile Andy Sipowicz che già dalla prima serie ebbe la meglio sul rosso David Caruso, che poi se ne andò a far l'icona di se stesso in CSI - Miami, interpretando il tenente Horatio Caine.

E' fuor di dubbio che il prolifico Steven Bocho avesse ben in evidenza l'impianto di questa opera sceneggiando N.Y.P.D. Blues e numerose altre sue acclamate serie TV.
Settanta anni fa, il 3 Febbraio del 1941, la rivista americana Life pubblicava in copertina questa foto. Ad un primo sguardo superficiale li si direbbero Stanlio ed Ollio in uno dei loro travestimenti: ahimé, sono invece i famigerati Joseph Paul Goebbels e Hermann Wilhelm Göring.
