M.L. non ci voleva credere. "E invece di ascoltare Radio Montecarlo ascolti...?" non aveva capito bene. "...Buon Pomeriggio, con Maurizio Costanzo e Dina Luce", specificavo io, precisino.
Non commentò neppure, non poteva credere che un suo compagno di classe, uno spilungone quindicenne, se ne stesse ad ascoltare alla radio cose barbose di cui lei neppure aveva sentito parlare.
M.L. mi aveva filato in quei mesi; mi guardava spesso e mi avevano detto i compagni di classe che si era interessata a me; io avevo una 'fidanzatina' in un'altra classe, legame che durò un trimestre o poco più. Ero timido, stavo seduto seminascosto nell'ultima fila con un trio di compagni molto agitati, eppure in matematica riuscivo bene, quasi quanto M.L., e così pure in italiano.
'Buon pomeriggio' suonava strano già nel titolo. A chi si augura mai un 'Buon pomeriggio'? E da che ore inizia il pomeriggio? O è 'Buon giorno' o è 'Buona sera', al massimo può essere 'Buona notte'. In Toscana un 'Buon pomeriggio' non l'ho mai sentito augurare da nessuno, mentre c'è [c'era?] l'abitudine, tutta contadina, di scambiarsi un cordiale 'Buona notte' anche se la separazione, sia pure da un incontro di breve durata, avveniva col sole ancora alto, sottintendendo che, non potendosi le persone che si erano incontrate rivedere sino al giorno successivo, si facevano i migliori auguri per il trascorrere delle ore buie.
Non ricordo di cosa parlavano, il Costanzo non ancora famoso e la Luce ottimo controcanto, in quella trasmissione radiofonica ma sicuramente di attualità e varia umanità, ed io ero un ascoltatore curioso: erano gli anni in cui divoravo libri e informazioni come un Cristo uscito da quaranta giorni di digiuno nel deserto e anche il sole che tutto il pomeriggio entrava dalla grande finestra della camera-studio stimolava la mia crescita.
In casa c'era solo una radio, a valvole, che avrà avuto almeno venti anni di vita e che era inamovibile dalla posizione che occupava in salotto, sopra un mobile 'stile svedese'. Io mi ero impadronito di una radiolina a transistor Sony, una delle prime che avessi mai visto, e che in realtà non era neppure della mia famiglia ma che era stata prestata a mio babbo da un suo cugino per alleviargli la noia durante una lunga degenza ospedaliera a seguito di un grave incidente che aveva avuto in miniera, a Gavorrano.
E così, con i quaderni dei compiti aperti, oltre ad ascoltare Luisella nel "Balla Balla" di Radio Montecarlo [sì, perché Radio Montecarlo la ascoltavo anche io...], trasmissione sponsorizzato dalla cera Liù della ditta Ruggero Benelli Super-Iride di Prato, durante la quale venivano trasmesse canzoni a richiesta, con la precedenza riservata rigorosamente a chi inviava più 'tappini' della cera sponsor, ascoltavo anche "Buon Pomeriggio", rigorosamente sul Programma Nazionale in Onde Medie, a partire dalle 14:15.
Adesso l'ascolto radiofonico si è ridotto quasi soltanto al periodo in cui mi trovo in auto e allora o è Caterpillar oppure Rete Toscana Classica.
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