E' tutto un fiorire (fuori stagione) di liste civiche in questi giorni a Siena. Precorrendo i tempi e con un fortunato scoop ho dato la notizia, mesi fa, della costituzione di "Cittadinanza Cattiva". Oggi porto all'attenzione dei miei più vecchi e scanzonati lettori una nuova realtà, una lista, civica sì ma veramente di sinistra: Siena 'Che'. Attendo l'interesse che simili eventi meritano.
Mia moglie mi ha raccontato che, perché capisse quale era la destra e quale la sinistra, da bambina le facevano tenere in mano, ovviamente sempre nella stessa posizione, una patata e una cipolla. E' un metodo che potrebbe risultare utilissimo anche a chi voterà alle primarie del PD.
Ho guardato con piacere la gara di retorica televisiva. Mi è mancato qualcosa: nessuno dei presenti ha offerto anche una bicicletta con cambio Shimano.
Sembra che la professoressa dottoressa Silvia Deaglio, figlia della dottoressa, professoressa, Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, con delega alle Pari Opportunità Elsa Maria Fornero, abbia ricevuto una letteraccia.
Tempo fa anche gli Italiani ne hanno ricevuta una dalla sua mamma.
Questa credo sia l'ultima delle poche foto che ho riguardanti la mia famiglia e la Grande Guerra. Nella scatola che raccoglie, come coriandoli, tante immagini ingiallite, alcune conosciute, altre in cui mi è difficile persino indovinare un tratto del volto che rimandi a qualche parente che mi è o mi era noto, in quella scatola ho più solo da farvi vedere questa foto di mio nonno paterno, scattata dal fotografo L. Fusai di Siena.
La foto fu stampata per farne una cartolina postale, secondo l'uso del tempo, anche se in questo caso non fu inviata: sul retro qualcosa c'è scritto ma il segno è così sbiadito che riesco appena a leggerci l'indirizzo "Al mio fratello etc." e parte del messaggio: "... aff.to fratello ..."; della data rimane leggibile solo l'anno: 1918. Mio nonno è quello con il bicchiere di vino in mano.
Sono sicuro che la nostra RAI, a cui paghiamo da sempre un'inutile gabella, al solito non perderà tempo per parlare dell'anniversario. Eppure, se dedicassero solo un millesimo di secondo ad ogni morto italiano che c'è stato, almeno dieci minuti di 'servizio' riuscirebbero a realizzarli. Forse è meglio così: chissà quanti indegni strafalcioni ci metterebbero dentro.
Ho visto in TV, qualche sera fa, un interessante documentario sulla famiglia Olivetti. Quando Camillo Olivetti cedette ad Adriano la direzione delle attività di famiglia gli disse che poteva fare nell'Azienda tutte le innovazioni che voleva, purché non licenziasse nessuno.