Dentro ci sono Kafka, l'America e un Fuochista, ma il libro non ha niente a che fare con lo scrittore di Praga: è un giallo nordico (svedese) ante litteram, scritto a quattro mani da una coppia ben affiatata; i due, marito e moglie, ci hanno dato alcuni dei più bei gialli tra il '65 e il '75 dello scorso secolo.
Il racconto si svolge lento e narra i tentativi di risolvere un caso di presunto omicidio che vede coinvolte persone comuni di varie parti del mondo. Senza Internet e senza e-mail i tempi sono lunghi ma solo quanto basta per dare modo al riflessivo e taciturno investigatore, Martin Beck, di costruire ipotesi, vagliare particolari, muoversi avanti e indietro per la Svezia, trascurando sistematicamente la famiglia, una moglie e due ragazzi (la ragazza è una tredicenne che segue i telefilm gialli di Perry Mason e va matta per i Beatles), pur di togliersi il rovello che ogni fatto criminale, irrisolto, fa nascere nella sua mente ipersensibile.
Il racconto si svolge lento e narra i tentativi di risolvere un caso di presunto omicidio che vede coinvolte persone comuni di varie parti del mondo. Senza Internet e senza e-mail i tempi sono lunghi ma solo quanto basta per dare modo al riflessivo e taciturno investigatore, Martin Beck, di costruire ipotesi, vagliare particolari, muoversi avanti e indietro per la Svezia, trascurando sistematicamente la famiglia, una moglie e due ragazzi (la ragazza è una tredicenne che segue i telefilm gialli di Perry Mason e va matta per i Beatles), pur di togliersi il rovello che ogni fatto criminale, irrisolto, fa nascere nella sua mente ipersensibile.
Ottimamente caratterizzate le due 'spalle' del sovrintendente Beck, il grosso, noncurante e gioviale Lennart Kollberg e il metodico e analitico Fredrik Melander, fumatore di pipa dalla memoria stupefacente.
Nella parte finale il libro cambia ritmo, la vicenda si fa parossistica, è tutto un crescendo di tensione e di accadimenti, serrati uno accanto all'altro prima della soluzione finale: una bella prova di come i due autori padroneggiano la struttura della narrazione.
Una buona lettura, da spiaggia se volete, lunga quanto basta e certo non paragonabile ai soliti mattoni prediletti dall'editoria di questi anni (lo Spettro di Jo Nesbø ha più di 600 pagine: meglio, molto meglio leggersi Guerra e Pace o il Tristram Shandy...)
L'edizione che ho letto è quella del 1973, pubblicata da Garzanti per la traduzione di Hilia Brinis; ne esiste una riedizione, del 2005, fatta da Sellerio con diverso traduttore.
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