Un delizioso, piccolo libro (appena 100 pagine nell'edizione in inglese che ho letto), quello di Anne Fadiman, ExLibris. Sottotitolato "Confessions of a Common Reader", l'autrice stessa dichiara di aver voluto raccogliere nei diciotto brevi saggi una visione d'insieme della lettura quale se ne può creare, dice Virginia Woolf nel suo Common Reader, anche un lettore non professionista che dedichi nella sua umile stanzetta tante ore a questo piacere solitario: la lettura.
Il testo passa dal come si tratta fisicamente l'oggetto libro a come si risolve il problema di far 'sposare' le biblioteche di due coniugi bibliofili, dall'uso di collettivi maschili invece che femminili o paritetici alla mania per il significato delle parole.
E tocca, la Fadiman, anche malattie che mi affliggono e che me la fanno sentire amica e sodale: la passione per il significato delle parole, per i quiz culturali, quella per i cataloghi di qualsiasi natura e infine l'incessante e maniacale caccia, in qualunque tipo di espressione, verbale o scritta, alla TV, sui giornali, sulle pagine Internet, sui volantini pubblicitari, di errori di grammatica, di sintassi, di consecutio temporum. (E' in queste pagine che ho scoperto che questa malattia che ho da sempre è il ''compulsive proofreading'' )
Ma soprattutto nel libro c'è l'amore fanatico, indiscusso, cieco e a senso unico per la lettura.
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