sabato 29 marzo 2008

Orazio

Stavo seduto in poltrona, le gambe allungate su un pouf, il portatile aperto per fare non so cosa; la TV accesa, a rumoreggiare con un telefilm della serie CSI - Miami.
Il tenente Cain stava parlando, forse con una conoscente, e distintamente l'ho sentito dire: "Mia madre mi ha chiamato Orazio dal nome del famoso scrittore..."
Sono sobbalzato: accidenti, nel tecnologico mondo dei gialli "Scena del Crimine" qualche sceneggiatore cita addirittura lo scrittore latino Orazio; da non crederci!
"Senti" ho detto rapidamente a mia moglie che si era anche lei risvegliata dalla concentrazione di una qualche lettura.
Ho alzato il volume della TV, non mi volevo proprio perdere un telefilm americano che cita Quinto Orazio Flacco.

"Mia madre mi ha chiamato Orazio dal nome del famoso scrittore Orazio Alger" ha finito di dire il rosso investigatore americano.

"E chi è?" ci siamo chiesti, mia moglie ed io, all'unisono, guardandoci.
"La solita americanata, sarà uno dei loro scrittorucoli" ha commentato lei, reimmergendosi nella lettura.
Ho riabbassato il volume della TV, deluso. Poteva essere una piccola perla, e invece....

Horatio Alger Jr., ho scoperto poi, è uno scrittore prolificissimo nell'ultimo trentennio del 1800, coetaneo di Mark Twain, che fu molto popolare per i suoi romanzi in cui i personaggi seguono la parabola: dal povero e umile ragazzo al benestante, solido e rispettato membro della middle-class.
Gli americani chiamano "Rags to Riches" questo percorso, lincolniano, dalla povertà alla ricchezza (o dall'oscurità alla fama).

Pulvis et umbra sumus, caro Orazio, specie in America....

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