martedì 12 febbraio 2008

HP 25

Lo sapevamo entrambi: gli astronauti delle missioni congiunte (vedi commento) della missione congiunta Apollo-Soyouz per effettuare le ultime fasi di aggancio tra le navicelle usarono una 'calcolatrice' di bordo. Sì, non un calcolatore, ma una calcolatrice, una Hewlett Packard HP-65, un gioiellino che stava sul palmo della mano e che, grazie a programmi preregistrati in una schedina magnetica, era in grado di eseguire una gran quantità di calcoli. Alessandro ed io seguivamo con grande e infantile interesse le missioni spaziali e queste notiziole erano il nostro forte.
Lui si era arredato la cameretta, ai tempi del liceo, con un gran poster della Luna, con sopra le bandierine degli 'allunaggi' delle missioni Apollo e delle varie sonde automatiche; in un angolo aveva montato un modellino dell'ultimo stadio del Saturno 5, con tanto di navicella Apollo, razzo di recupero, e il LEM adagiato su un quadrato di plastica bianca piena di crateri, a simulare la zona di allunaggio; aveva comprato, negli USA, la penna degli astronauti, la Fisher Space Pen e collezionava tutti i numeri di Epoca che parlavano di missioni spaziali.
Si era poi fatto regalare dai suoi un Omega Speedmaster, l'orologio che portavano al polso gli astronauti delle missioni Apollo.
Io, con il mio registratore
Geloso G600, registravo l'audio di tutti i TG che venivano trasmessi e che parlavano dello spazio. (I nastri sono andati perduti con l'ultimo trasloco, maledizione!)
Una mattina ci eravamo ritrovati in fila a mensa insieme, a Pisa, lui era a Fisica, io a Matematica, ma cercavamo di vederci quando era possibile. 'Vedi' mi disse, indicando il ragazzo biondo, paffuto, un po' più basso di noi, con cui era in accalorato colloquio, 'lui ha una HP-65 '.
Bastò la parola, roba da non crederci: il suo collega di corso aveva la calcolatrice in mano, la stava facendo vedere ad Alessandro e a qualche altro ragazzo; io misi la testa avanti, a sbirciare le dita che premevano veloci sui tasti: ci fece anche vedere come funzionava il lettore di schede. Avvicinando un rettangolo di cartoncino con una banda magnetica proprio sotto il display della macchinetta, si metteva in moto un minuscolo motore che 'mangiava' la scheda, portandola in posizione. Da quel momento la calcolatrice era in grado di compiere numerose funzioni di calcolo, programmate nella minuscola scheda. Gli occhi di Alessandro brillavano di cupidigia; anche i miei, credo.

"Costa
seicentocinquantamila lire" mi disse Alessandro "suo babbo è un ingegnere" aggiunse, quasi a spiegare tanta disponibilità di denaro per una matricola. La cifra era enorme: né io né lui ce la saremmo mai potuta permettere.
La sera, prima di andare a mensa, cominciammo a passare davanti alle vetrine di Toncelli, in via Curtatone, se non ricordo male. In esposizione, tra tanta attrezzatura tecnica, anche calcolatrici della
Texas Instruments e della HP. Entrammo un paio di volte, per farcele mostrare e vederne le caratteristiche, ma purtroppo non c'era niente che soddisfacesse, ad un prezzo contenuto, la nostra voglia di possedere una calcolatrice 'programmabile'.
Per quanto riguarda i soldi, ci eravamo fatti due conti in tasca: avremmo incassato, entrambi, la prima rata di presalario e, d'accordo con le nostre famiglie, ci saremmo potuti permettere una spesa di cento venti, massimo centocinquanta mila lire, ("Se proprio la calcolatrice è indispensabile per gli studi ..." )
.

Una sera, la notizia da Alessandro: "L'HP ha fatto una calcolatrice nuova, l'
HP-25. Non ha le schede ma è programmabile. Toncelli non ce l'ha ancora ma ho saputo che la poss
iamo ordinare tramite la concessionaria Hewlett Packard qui di Pisa. Andiamo a vederla!"
Il pomeriggio dopo irrompemmo nella sede dell'HP, tra la curiosità degli impiegati, che evidentemente avevano ben altro da fare che star lì a soddisfare le richieste di due studentelli. Furono molto gentili e disponibili, ci spiegarono che la loro sede non aveva un magazzino, e che quindi potevano farci vedere solo qualche depliant. Quello della HP-25 ce l'avevano. "E' un modello nuovo, appena uscito..." ci dissero. Leggemmo avidamente l'unico pieghevole disponibile: funzioni matematiche e trigonometriche, dirette e inverse, 49 passi di programmazione,
Logica Polacca Inversa (boh?). Ci riempimmo la bocca facendo finta di essere degli esperti. Alessandro non si reggeva più, io, un po' più tranquillo, ero comunque eccitato al pensiero di non dover più usare un regolo calcolatore e di poter fare i miei amati conti di trigonometria sferica (sì, avevo in mente soprattutto la mia passione per l'Astronomia)
addirittura 'memorizzando' quelli più complessi.
"La possiamo ordinare qui da voi?". Il ragazzo e la ragazza che ci avevano così cortesemente dedicato il loro tempo ci guardarono perplessi. "Ssssì,..... se volete...."
"Quanto costa?". Fecero due conti, c'era l'IVA. "Centosettantacinquemila lire". Alessandro ed io ci guardammo, era una bella cifra,
otto mesi di affitto del nostro posto letto a Pisa! Ma c'era la prima rata di presalario da incassare, e l'ok delle nostre famiglie.
"Va bene. Facciamo l'ordine".
Il 16 dicembre 1975, quando il postino suonò alla porta di casa, andai io ad aprire: ero in vacanze di Natale. In mano aveva un pacchettino... Passai tre settimane incredibilmente stimolanti: fu così che imparai i rudimenti della programmazione e la mia vita cambiò.

La mia calcolatrice HP25, ancora perfettamente funzionante.

1 commento:

  1. Mi dispiace riprenderti, ma non si tratta di MISSIONI congiunte Apollo-Soyuz. Infatti abbiamo avuto una sola missione congiunta Apollo Soyuz, che ha preso il nome di Apollo-Soyuz Test Project. Da ricordare che uno dei 2 astronauti della soyuz era Aleksey Leonov, il primo "passeggiatore" spaziale della storia.

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