venerdì 30 marzo 2007
Consigli al Presidente
"Ma che ci fa il belga (di nascita) Louis Godart, Professore ordinario di Filologia Micenea all'Università Federico II di Napoli, tra i consiglieri del Presidente della Repubblica Napolitano?" si potrebbe chiedere qualcuno...
mercoledì 28 marzo 2007
Come bestie sottoterra
Per tante famiglie, fino a qualche decennio fa, la miniera è stata fonte di sussistenza; tanti i disgraziati che hanno lavorato nel sottosuolo delle miniere di Niccioleta, di Fenice Capanne, di Boccheggiano, di Gavorrano, di Ribolla. Là sotto hanno avuto incidenti, si son presi la silicosi, ci sono morti bruciati, sono rimasti sepolti dalle frane dei pozzi.
Non se ne parla più, non si sa neppure che siano esistiti. Resta la Cultura, il Bianciardi di Aprire il fuoco, e ora la mostra, nel Museo di Arte sacra di Massa Marittima, del Codice minerario del 14° secolo.
Mi è arrivata a casa il depliant, oggi, ma nel sito indicato del Codice neppure si parla. C'è invece una notizia stampa nel sito della Provincia di Grosseto.
Stona abbinare le attività disumane di tanti sfortunati alla frivolezza dei vetri soffiati di Murano, come si evince dal titolo della mostra (Città d'Arte si incontrano Mostra di opere in vetro di Murano. Mostra fotografica: La terra di Massa Marittima e il fuoco di Murano).
martedì 27 marzo 2007
Il dodecaedro di Pacioli
I solidi platonici affascinano: nella terza parte del suo De divina proportione fra' Luca Pacioli dedica ad essi un eserciziario di geometria, illustrato nientemeno che da Leonardo da Vinci. (Se poi, come sostiene il Vasari, lo avesse copiato da un'opera originale di Piero della Francesca, la De quinque corporibus regularibus proprio non sono in grado di dire). Molto più modestamente anche io, bimbetto di sette od otto annni, sono rimasto affascinato da un dodecaedro con, su ciascuna faccia, i mesi dell'anno. Era sul bancone della macelleria vicina a casa: un oggetto bianco, pesante, che avrei voluto toccare, ruotare, per 'sentire' come era fatto, ma l'aspetto piuttosto scontroso del macellaio non mi permise mai di farlo.
Se qualcuno ha voglia di costruirselo, Ole Arntzen ha messo on-line un generatore di file PDF che permette di scegliere sia la lingua che l'anno, per poterlo poi stampare su cartoncino, piegare ed incollare. La cosa ha il suo fascino. Se si vuole lo si può personalizzare, basta scaricare il file PostScript e modificarne le date delle festività, locali o personali.
Se qualcuno ha voglia di costruirselo, Ole Arntzen ha messo on-line un generatore di file PDF che permette di scegliere sia la lingua che l'anno, per poterlo poi stampare su cartoncino, piegare ed incollare. La cosa ha il suo fascino. Se si vuole lo si può personalizzare, basta scaricare il file PostScript e modificarne le date delle festività, locali o personali.
lunedì 26 marzo 2007
Riflessi(oni) da un ponte
Ero a Siena, oggi, e verso le 13:10 passavo in auto sul ponte di Malizia, in direzione Ospedale.
All'improvviso, il suono di una sirena di ambulanza. Forse è dietro di me, ho pensato, ma come faccio a darle strada su questo ponte? Ho guardato negli specchietti: dietro, niente. Ho abbassato i vetri per sentire meglio, forse stava passando lungo viale Mazzini....
Arrivato sul sommo della 'tolda' ho visto l'ambulanza: aveva appena imboccato il ponte in direzione Ospedale-Stazione, nel senso di marcia opposto al mio ed era rimasta bloccata dalle macchine; impossibile farla passare. La sirena spiegata, l'autista che si sbracciava, gli sono passato accanto, l'ho visto in faccia, sbraitava forse, fermo come un sasso.
Sono andato oltre, agghiacciato dalla situazione: quel gemito di dolore mi si stava trasformando nell'urlo dell'angelo della morte.
All'improvviso, il suono di una sirena di ambulanza. Forse è dietro di me, ho pensato, ma come faccio a darle strada su questo ponte? Ho guardato negli specchietti: dietro, niente. Ho abbassato i vetri per sentire meglio, forse stava passando lungo viale Mazzini....
Arrivato sul sommo della 'tolda' ho visto l'ambulanza: aveva appena imboccato il ponte in direzione Ospedale-Stazione, nel senso di marcia opposto al mio ed era rimasta bloccata dalle macchine; impossibile farla passare. La sirena spiegata, l'autista che si sbracciava, gli sono passato accanto, l'ho visto in faccia, sbraitava forse, fermo come un sasso.
Sono andato oltre, agghiacciato dalla situazione: quel gemito di dolore mi si stava trasformando nell'urlo dell'angelo della morte.
domenica 25 marzo 2007
Cielo Virtuale
E' stata la cosa più divertente e impegnativa che ho fatto a 15 anni, nell'estate tra il 1° e il 2° liceo. Compasso, tiralinee, boccette d'inchiostro di china e un volumetto della Longanesi: Astronomia Pratica di W. Schroeder. E per due mesi, tra prove e correzione, ho tracciato, su carta da disegno e carta per lucidi, un grande Astrolabio.
Di astrolabi storici se ne possono vedere, ad es., al Museo di Storia della Scienza di Firenze. E in fondo non sono che dei cieli virtuali rappresentati da un dispositivo analogico.
Se volete un Astrolabio virtuale (cioè un cielo virtuale virtuale...), lo trovate qui, nelle pagine di Keith Powell e lo potete anche scaricare per farlo funzionare direttamente sul vostro PC, visto che è un'applicazione Java.
Di astrolabi storici se ne possono vedere, ad es., al Museo di Storia della Scienza di Firenze. E in fondo non sono che dei cieli virtuali rappresentati da un dispositivo analogico.
Se volete un Astrolabio virtuale (cioè un cielo virtuale virtuale...), lo trovate qui, nelle pagine di Keith Powell e lo potete anche scaricare per farlo funzionare direttamente sul vostro PC, visto che è un'applicazione Java.
sabato 24 marzo 2007
Abili.... diversamente
Mentre eravamo in attesa di incontrare un cliente, ieri mattina a Firenze, seduti su un divanetto, il collega G. ha tirato fuori il cellulare dalla tasca e mi ha detto: "Figurati che stamani non mi ricordavo come mettere il PIN "."Come, non ti ricordavi più il numero? Non te lo sei scritto da qualche parte?". "No, il numero del PIN non lo so, non mi ricordavo come metterlo" e ha mosso le dita come se stesse digitando su una tastiera. L'ho guardato interrogativo, se era una battuta non l'avevo capita. Mi ha risposto guardandomi diritto negli occhi, ripetendo con il gesto con le dita, ammiccando, "Ah, ora ho capito" gli ho detto, illuminandomi: mi era passato d'improvviso per la mente che G. suona il sassofono. "Vedi che ci sei arrivato da solo. Se qualcuno mi cambia una tastiera, sono finito! Io i numeri mica me li ricordo, neanche quello del Bancomat; io mi ricordo la posizione".
Stasera, pochi minuti fa, casualmente, ho letto una paginetta di Surely You’re Joking, Mr. Feynman (Sta scherzando Mr. Feynman!, Zanichelli, 1988)
In un ristorante brasiliano, dove l'autore (premio Nobel per la Fisica nel 1965) sta pranzando, entra un venditore ambulante di abaci (beh, essendo giapponese, forse di soroban) che sfida i clienti ad effettuare semplici calcoli, dimostrando che con il suo 'dispositivo' lui è più veloce di quanto possano essere loro con carta e lapis.
Sfida anche Feynman, che lo batte su semplici somme e sulle moltiplicazioni e mostra ancora la sua superiorità nel fare alcune divisioni più complesse; per vincere alla grande, il fisico americano lo invita a estrarre una radice cubica. Mentre il giapponese suda sulle sferette del suo soroban, Feynman non prende neanche un appunto, riflette un po' e poi scrive la risposta sul foglietto, con due decimali. Il giapponese, dopo un po', dà la sua soluzione, corretta, che si ferma però agli interi. Feynman allora gli chiede due decimali e questo, dopo altri minuti di lavoro, arriva ad un risultato simile a quello del fisico. Sconfitto da questo americano stravagante che sembra aver fatto i calcoli a mente, il giapponese se ne va, tra l'ilarità dei presenti. Feynman era arrivato al risultato un po' per fortuna, perché il numero che gli era stato sottoposto era abbastanza vicino ad uno di cui sapeva già il valore della radice cubica, un po' applicando alcune considerazioni sulle approssimazioni che gli derivavano dalle sue conoscenze di analisi matematica.
Qualche giorno dopo, nella hall dell'albergo che ospitava Feynman, entra, casualmente, il giapponese col suo carico di soroban; vede l'uomo che lo ha battuto, lo riconosce, gli va incontro e gli chiede come abbia fatto a trovare così velocemente il risultato del calcolo della radice cubica.
Feynman si mette allora a spiegargli come, dato un numero prossimo a quello da estrarre, e la cui radice cubica era nota, si possa, con la teoria delle approssimazioni, usando semplici frazioni... poi però si ferma, perché capisce che il giapponese non sa assolutamente niente di matematica, ma che ha solo una abilità manuale nello spostare le sferette del soroban secondo regole prefissate, per poi semplicemente leggere il risultato.
Stasera, pochi minuti fa, casualmente, ho letto una paginetta di Surely You’re Joking, Mr. Feynman (Sta scherzando Mr. Feynman!, Zanichelli, 1988)
In un ristorante brasiliano, dove l'autore (premio Nobel per la Fisica nel 1965) sta pranzando, entra un venditore ambulante di abaci (beh, essendo giapponese, forse di soroban) che sfida i clienti ad effettuare semplici calcoli, dimostrando che con il suo 'dispositivo' lui è più veloce di quanto possano essere loro con carta e lapis.
Sfida anche Feynman, che lo batte su semplici somme e sulle moltiplicazioni e mostra ancora la sua superiorità nel fare alcune divisioni più complesse; per vincere alla grande, il fisico americano lo invita a estrarre una radice cubica. Mentre il giapponese suda sulle sferette del suo soroban, Feynman non prende neanche un appunto, riflette un po' e poi scrive la risposta sul foglietto, con due decimali. Il giapponese, dopo un po', dà la sua soluzione, corretta, che si ferma però agli interi. Feynman allora gli chiede due decimali e questo, dopo altri minuti di lavoro, arriva ad un risultato simile a quello del fisico. Sconfitto da questo americano stravagante che sembra aver fatto i calcoli a mente, il giapponese se ne va, tra l'ilarità dei presenti. Feynman era arrivato al risultato un po' per fortuna, perché il numero che gli era stato sottoposto era abbastanza vicino ad uno di cui sapeva già il valore della radice cubica, un po' applicando alcune considerazioni sulle approssimazioni che gli derivavano dalle sue conoscenze di analisi matematica.
Qualche giorno dopo, nella hall dell'albergo che ospitava Feynman, entra, casualmente, il giapponese col suo carico di soroban; vede l'uomo che lo ha battuto, lo riconosce, gli va incontro e gli chiede come abbia fatto a trovare così velocemente il risultato del calcolo della radice cubica.
Feynman si mette allora a spiegargli come, dato un numero prossimo a quello da estrarre, e la cui radice cubica era nota, si possa, con la teoria delle approssimazioni, usando semplici frazioni... poi però si ferma, perché capisce che il giapponese non sa assolutamente niente di matematica, ma che ha solo una abilità manuale nello spostare le sferette del soroban secondo regole prefissate, per poi semplicemente leggere il risultato.
Mondi Possibili
In fantascienza non mi piace la fantasy, preferisco i mondi tecnologici e possibili.
Ma i 'mondi' di P.K.Dick sono mondi possibili?
Sto leggendo Scrutare nel buio (A scanner darkly), in una edizione di 'Editrice Nord'. Dopo pochi paragrafi, ho avuto difficoltà a proseguire, tanto la traduzione mi è sembrata 'balbettante'. Ho trovato una versione originale e ora, lentamente, lo leggo in inglese: il testo scorre molto meglio.
Il libro ha trent'anni giusti e li porta molto bene. Rolling Stone Magazine una volta definì Dick 'la mente fantascientifica più brillante di tutti i pianeti'.
Ma i 'mondi' di P.K.Dick sono mondi possibili?
Sto leggendo Scrutare nel buio (A scanner darkly), in una edizione di 'Editrice Nord'. Dopo pochi paragrafi, ho avuto difficoltà a proseguire, tanto la traduzione mi è sembrata 'balbettante'. Ho trovato una versione originale e ora, lentamente, lo leggo in inglese: il testo scorre molto meglio.
Il libro ha trent'anni giusti e li porta molto bene. Rolling Stone Magazine una volta definì Dick 'la mente fantascientifica più brillante di tutti i pianeti'.
venerdì 23 marzo 2007
Wasting Time
"If you knew Time as well as I do," said the Hatter, "you wouldn't talk about wasting it. It's him."
"I don't know what you mean," said Alice.
"Of course you don't!" the Hatter said, tossing his head contemptuously. "I dare say you never even spoke to Time!"
"Perhaps not," Alice cautiously replied; "but I know I have to beat time when I learn music."
"Ah! That accounts for it," said the Hatter. "He wo'n't stand beating."
C'è una bella edizione di Alice (Annotated Alice, 1990, W. W. Norton & C.), commentata da Martin Gardner, per decenni curatore della rubrica 'Mathematical games' del mensile Scientific American (Giochi matematici, nel nostro Le Scienze).
"I don't know what you mean," said Alice.
"Of course you don't!" the Hatter said, tossing his head contemptuously. "I dare say you never even spoke to Time!"
"Perhaps not," Alice cautiously replied; "but I know I have to beat time when I learn music."
"Ah! That accounts for it," said the Hatter. "He wo'n't stand beating."
C'è una bella edizione di Alice (Annotated Alice, 1990, W. W. Norton & C.), commentata da Martin Gardner, per decenni curatore della rubrica 'Mathematical games' del mensile Scientific American (Giochi matematici, nel nostro Le Scienze).
La Terra è un icosaedro
E' dal tempo di Aristotele che si sostiene che la Terra è rotonda.
Figurarsi! Lo sanno tutti che è un icosaedro!
Figurarsi! Lo sanno tutti che è un icosaedro!
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