Tirannide indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzione delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.
V. Alfieri, Della tirannide [Saggio scritto a Siena nel 1777 all’età di 28 anni; stampato per la prima volta nel 1790 presso Baumarchais a Kehl (Strasburgo) con la falsa data 1809, ma non reso pubblico; pubblicato in realtà nel 1800 all’insaputa e con dispetto dell’autore, per iniziativa di un libraio parigino.]. Online su LiberLiber.
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