Quando si nomina Hofstadter si cita sempre il suo: Godel, Escher, Bach; ne abbiamo parlato. Avevo in mente un altro suo libro, sugli ambigrammi, che però ricordavo vagamente e non riuscivo a farmene tornare alla mente il titolo: ho evitato di accennarne; rapidamente poi, come succede durante una passeggiata oziosa, abbiamo cambiato completamente argomento.
Rientrato a casa, la prima cosa che ho fatto è stata buttare all'aria tra gli scaffali per recuperare il volume (una copertina celeste o carta-zucchero: non ricordavo altro). Disseppellitolo finalmente, ho preso a sfogliarlo, fermo sulla scaletta, un po' come Der Bücherwurm di Spitzweg.
In quella posa di precario equilibrio ho fatto una scoperta curiosa, che non ricordavo assolutamente (non abitavo ancora a Siena all'epoca della lettura e quindi le immagini sottostanti non mi avevano colpito in maniera particolare).
Gli ambigrammi sono parole, scritte con caratteri particolari inventati apposta, che hanno la caratteristica di poter essere lette anche ruotando la scritta o riflettendola in uno specchio.
Ecco cosa pubblica Hofstadter nel libro "Ambigrammi" (che è del 1987):
Siena che, con una "riflessione a muro" diventa: (immaginate uno specchio posto verticalmente accanto alla a):
Lo stesso giochetto viene ripetuto con un altro ambigramma:
Con una "riflessione lago" (immaginate uno specchio posto sotto la parola) diviene ancora una volta:
Quasi in fondo al libro c'è un altro ambigramma dedicato a Siena: il nome lo si può leggere anche ruotando di un quarto di giro, in senso antiorario, la parola:
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