venerdì 29 ottobre 2010

Siena e il traffico

La mattina di martedì scorso è iniziata male.
Avevo deciso di non passare dall'ufficio, prima di andare a fare un intervento da un cliente nell'assolata campagna di Montalcino, ma di spostarmi partendo direttamente da casa, illudendomi di fare prima.

Appena partito, percorse poche centinaia di metri, ho rischiato uno scontro frontale con l'utilitaria di due anziani.
La stradetta che porta al parcheggio più vasto dell'Ospedale di Siena è regolarmente intasata: evidentemente i caselli di accesso non sono sufficienti o, più probabilmente, il parcheggio è pieno e si è costretti a tornare indietro, dopo essersi annodati in una inutile rotonda.
La via è larga poco più di un tratturo ed è comprensibile che chi debba andare altrove, dopo un po' che aspetta, tenti l'immonda manovra di sorpassare, spostandosi, incurante del pericolo, nella corsia del senso di marcia opposto. Martedì stavamo per rimetterci l'auto in due. Nello stesso tratto di strada ci sono già morte tre persone; qualcuno ha cercato di affrontare il problema? Figurarsi!
Per non dire quanto è difficile capire la logica che sta dietro a una viabilità di campagna trasportata in prossimità del più grande Policlinico della zona.


Fatto poco più di un chilometro, nel viale che discende dall'Ospedale, vivacemente ornato di centinaia di multicolori auto parcheggiate fitte fitte perché il Policlinico continua a crescere come un vero mostro sulla collina, ma i parcheggi, nelle campagne intorno non si trova il modo di farne, né abbastanza né gratuiti, arrivo in vista della prima rotonda della mattinata: c'è subito un bell'ingorgo.
Vedo che una delle vie che afferisce al simpatico e mai troppo lodato snodo di traffico giottesco è chiusa, con tanto di vigili urbani (incredibile visu) a presidiare: è proprio quella la via che dovevo imboccare. Arrivato a questa rotonda, dopo un quarto d'ora di stop-and-go, invece di infognarmi nel traffico, decido di tornare indietro e di fermarmi a parlare con i due vigili. Mi lamento con fermezza per il fatto che non avessero messo cartelli per avvisare del disagio, la vigilessa risponde, ironica, "I cartelli non li vede mai nessuno!"; li invito a controllare se ce ne siano nel percorso che ho fatto. Il suo collega mi guarda e fa spallucce. Bene, bravo, complimenti! e io che gli pago tutti i mesi lo stipendio...


Torno indietro, per un altro percorso, ed in effetti vedo il retro di qualche segnale stradale, di quelli piccoli, rotondi e mobili. E' uso, a Siena, segnalare i problemi di viabilità incollando un foglietto su un cartello removibile: naturalmente, guidando, tali cartelli sono illeggibili; dovresti fermarti e bloccare il traffico per sapere cosa succede e così dovrebbero fare tutti quelli che ti seguono, creando in un attimo il caos generale. A nessuno è mai venuto in mente di utilizzare dei cartelloni elettronici con le scritte a scorrimento; forse perché nel medioevo non si usavano, e allora a che usarli oggi, forse costano troppo e ci sono cose più importanti da fare con le decine e decine di milioni di euro che ogni anno la Fondazione del Monte dei Paschi regala all'Amministrazione Comunale, ad esempio ci sono da organizzare imprescindibili concerti in Piazza (sui cui costi è meglio sorvolare).
Con una arrabbiatura già in prima mattinata, ho perso tre quarti d'ora e sono arrivato in ritardo dal cliente con cui avevo l'appuntamento.

Ma la giornata purtroppo non era ancora finita. La sera, all'uscita dell'ufficio mi sono trovato ancora in un ingorgo, proprio appena salito in auto: non si riusciva ad immettersi nella via principale; la zona, di uffici, negozi e supermercati, una dozzina di anni fa è stata 'progettata' (e mi sembra già di usare una parola eccessiva) senza tener conto dei flussi di viabilità che ne sarebbero nati, per cui in genere è una lotta tutti contro tutti, senza rispetto di precedenze o sensi di marcia, per riuscire ad imboccare la via principale. Martedì sera ci deve essere stato un incidente da qualche parte, ho visto passare un'autoambulanza; mi sono rassegnato a perdere un'altra mezz'ora di tempo.

Pensate cosa succederebbe se, invece di dover gestire un paesetto di 50 mila anime, l'Amministrazione avesse di fronte una vera città!

Sì, è Siena.

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