venerdì 25 dicembre 2015

Natale 2015 a Siena

Natività. Particolare da tavola di Gabella, 1334. Archivio di Stato di Siena.

È Natale anche a Siena. Lo ha dichiarato, ai Magistrati, il sindaco Valentini. Sono in corso le indagini di rito per verificare la veridicità di questa affermazione.


domenica 20 dicembre 2015

Il latino della domenica - 147



Domani si fa credito, oggi no.


Sanità in Toscana: un atto di forza



Pur di impedirci di esercitare il diritto a un referendum abrogativo della Legge Regionale sulla sanità esistente (L. 28/2015), lorsignori scorporano parte della (pessima) legge che modifica (ma solo formalmente) la precedente e la sostituisce, in modo da poterla approvare prendendo in giro ancora una volta il popolo bue. QUI.


Dichiara Stefano Scaramelli (PD), Presidente della Commissione della Sanità della Regione Toscana:

Il PD si è assunto la responsabilità di una prova di forza, di voler governare la sanità toscana, di dare un governo a questa sanità, di cambiarla, ci mettiamo la faccia e se abbiamo fatto un atto di forza è perché i cittadini ce lo hanno chiesto con le elezioni. Noi siamo il Partito Democratico e abbiamo il dovere di governare questa regione ed era doveroso a un certo punto ascoltare tutti ma poi decidere, fare un atto di forza che portasse la sanità nel futuro, lo abbiamo fatto siamo andati a scrivere una pagina nuova per i bambini....
Era doveroso, a un certo punto, forzare la mano: basta chiacchiere, basta questioni inutili*, bisogna assumersi la responsabilità delle decisioni
[*] una volta in Italia, qualcuno lo ricorda?, discutere e confrontarsi si chiamava Democrazia.

Loro ci mettono la faccia, noi malati, al solito, ci mettiamo, come dirla elegantemente? ecco: noi ci mettiamo il culo.

[Credits: Immagini e testo della dichiarazione dal TG di RTV38 delle 19:30 di ieri.]

venerdì 18 dicembre 2015

L'apriscatole



In campagna elettorale lo promisero, "Quando saremo in Parlamento, lo apriremo come una scatola di tonno".

Adesso, come dimostra l'accordo per l'elezione dei giudici della Consulta, quelli del MoVimento finalmente le scatolette le hanno aperte: per andare a far bisboccia coi compagni di merenda del Partito della Nazione.

Un'Italia di beppi...

giovedì 17 dicembre 2015

La 'Scala' sbagliata.



Titola "Repubblica" per un articolo di Tomaso Montanari: Il governo della cultura e la catena di sbagli.
L'articolo inizia così:

Forse la commissione ha sbagliato scala: succede, quando si va di fretta. Forse ha pensato di dover scegliere il soprintendente della Scala di Milano, non il direttore del Santa Maria della Scala di Siena. Solo così si spiega il nome di Antonio Calbi, già direttore del settore Spettacolo del Comune di Milano e ora direttore del Teatro di Roma.

QUI l'articolo.


mercoledì 16 dicembre 2015

Siena: caos al mercato settimanale



   Mi hanno raccontato che stamani, al mercato settimanale eccezionalmente esteso a tutto il giorno, ci sono stati numerosi assembramenti, qualche tafferuglio e, addirittura, l'intervento della Polizia.

   Sembra che tutto sia iniziato quando si sono formati alcuni assembramenti di persone, all'interno delle vie occupate dai venditori coi loro banchetti, che hanno causato il blocco del normale flusso dei danarosi acquirenti del periodo natalizio. Qua e là si sono infatti creati gruppetti di casalinghe per discutere se e come raggiungere "l'obiettivo strategico sul quale un’intera comunità attende risposte chiare e concrete da troppo tempo, il trasferimento della Pinacoteca Nazionale" all'interno della struttura del Santa Maria della Scala. Vedi QUI.

   I pensionati, ben pasciuti e perdigiorno come sempre, ultimi beneficiari di una rendita economica a vita, da parte loro non potevano perdersi la possibilità di spettegolare alle spalle "di quelli che decidono", creando noduli di aggregazione impazziti e insuperabili, che impedivano l'usuale scorrimento dei clienti.

   Tenuti da parte dalla comunità senese, che proprio non vuol saperne di loro, capannelli di venditori abusivi, coi loro borsoni e i tappeti da esposizione vistosamente chiusi, si andavano interrogando, poco distante, tra le vie del mercato e il ghiaino della Piazza della Lizza: perché ancora questo obiettivo strategico non è stato raggiunto? chi rema contro? è un problema razziale, politico, religioso o culturale?

   Badanti non italiche in libera uscita, qualcuna con la sporta già piena ma le più ancora in attesa di fare quegli acquisti per cui avevano lasciato casa di prima mattina, hanno invece occupato le vicine panchine, parlando fitto fitto nel loro oscuro idioma; il passante più attento avrà però sicuramento riconosciuto le parole che ricorrevano più spesso: muzey, Shkala Santa-Mariya.

   I proprietari dei banchetti, spazientiti prima, arrabbiati poi e alla fine inferociti per quello che stava accadendo (che rischiava di pregiudicare l'incasso della grassa giornata) e poco interessati al tema culturale, forse perché in molti casi di provenienza extra moenia, hanno deciso di chiamare i Vigili Urbani per sciogliere gli assembramenti e ricondurre la folla all'ordinario flusso consumatorio.
   Ma le casalinghe hanno fatto sentire, sbraitando, le loro ragioni ai Vigili sopraggiunti; i pensionati li hanno coperti di contumelie; le badanti li hanno aspramente apostrofati nel loro idioma, gridando loro "politsiya svyney"; i venditori abusivi hanno reagito con un'aggressione fisica a stento arginata dall'arrivo di ulteriori uomini delle Forze dell'Ordine, accorsi in difesa e aiuto dei colleghi che si trovavano prossimi a una mala parata. Dopo un paio di ore, mi riferiscono, la normalità è stata, fortunatamente, ripristinata.

   L'atmosfera di gioia delle feste, di queste serene, pacifiche e magiche giornate, è però irrimediabilmente avvelenata, non ce lo possiamo nascondere, dal mancato raggiungimento dell'obiettivo strategico che, ne siamo certi, sarà ben presente nel cuore e sulle labbra di tutti gli oranti anche durante la Santa Messa della Notte di Natale.

   Naturalmente, per mia traquillità e per vostra informazione, aggiungo che non ho potuto verificare queste notizie che, come dicevo all'inizio, mi sono state riferite...


Direttore part-time al S. Maria della Scala?



Scrive oggi (15) Anna Bandettini, vicecaporedattore nazionale della Redazione Spettacoli del quotidiano La Repubblica:

Teatro di Roma: Calbi resta
Nel mio post precedente annunciavo che Antonio Calbi, direttore del Teatro di Roma, è stato nominato direttore del Museo alla Scala di Siena. Io aggiungevo che se Calbi avesse accettato la nuova nomina, si apriva il problema di una sua successione a Roma.
Bene, adesso si sta sempre più chiarendo la questione: sembra infatti che Calbi resterà a Roma (sicuramente per un anno) potendo tenere entrambe le cariche. Primo, perchè non sono incompatibili. Secondo, perchè il Museo alla Scala è attualmente in restauro quindi richiede un impegno non gravoso, ma semmai progettuale e a largo raggio. Terzo, Calbi direttore del Teatro di Roma intenderebbe portare a termine la stagione in corso e progettare la prossima proprio per non compromettere l'attività del teatro.
Sarà a quel punto che probabilmente valutando anche le condizioni che si saranno create allora, se per esempio sarà ripristinato il finanziamento al teatro tagliato questa stagione, la scelta si indirizzera verso una delle due istituzioni.  

Andiamo bene!

Nota: le sottolineature sono mie.

lunedì 14 dicembre 2015

Tutto quanto fa spettacolo



In linea con le scelte nazionali del Ministro con la Barba, anche al Santa Maria della Scala di Siena tutto quanto farà spettacolo. Basta leggere il curriculum vitae del neo prescelto direttore, il materano Antonio Calbi (QUI e QUI).

Cosa c'entrino le competenze nel mondo degli 'eventi' e il passaggio della Pinacoteca Nazionale dentro le medioevali mura mi resta però, a causa della mia pochezza intellettuale, piuttosto oscuro.

Per "il trasferimento della Pinacoteca Nazionale, obiettivo strategico sul quale un’intera comunità attende risposte chiare e concrete da troppo tempo", vedi QUI.

La carica della Leopolda



Anche a me Renzi ha dato la carica!

domenica 13 dicembre 2015

Il latino della domenica - 146



Quello che avete in più datelo in elemosina.
(Luca, 11.41) 

Ma non esagerate: solo quello che vi avanza...

venerdì 11 dicembre 2015

Natale coi fichi secchi




Fare le nozze coi fichi secchi è (era) un'espressione proverbiale per dire: realizzare un grande evento con mezzi poveri e insufficienti alla bisogna.

A me, in questo periodo dell'anno, tornano in mente le parole di mia nonna che ricordava i mandarini e i fichi secchi come le poche, povere chicche che lei e i suoi tanti fratellini e sorelline potevano mangiare solo a Natale; l'arrivo delle feste le riportava sempre alla memoria gli anni dell'infanzia e le bastava sentire l'odore della buccia di un agrume che si apriva per rivivere gli anni di miseria e di lavoro in campagna quando, dal sorgere del sole a quando già si era fatta notte, lei e gli altri bimbetti lavoravano come adulti nel grande orto di uno zio che, rimasta vedova la loro mamma, li aveva accolti tutti con sé 'per carità'. E tutto questo non nel profondo sud, ma nella Maremma di poco più di un secolo fa.

Ora i fichi secchi sono una presenza povera e misconosciuta sulle tavole di Natale, eppure io stesso ero contento di averne un paio per poterci fare merenda insieme a un bel pezzo di pane, quando ero bambino, avendo l'accortezza di mangiare più pane e meno fichi secchi, in modo da lasciare indietro, come ultimo boccone, un po' di quel dolce e gommoso 'companatico'.

Nella grande distribuzione i fichi secchi 'fatti in Italia' sono impossibili da trovare: quelli che vendono sono per lo più della Turchia. Se possibile, cerchiamo di fare un bel gesto: quando compriamo i fichi secchi, controlliamo che, se non dall'Italia, provengano almeno dalla Grecia. Non se ne parla più, su TV e Internet: i Greci sono già passati di moda ma il bisogno, là, è ancora davvero tanto!


martedì 8 dicembre 2015

Fiat Lux!


Dio è amore spettacolo.

Ho visto pochi minuti dell'evento: mi sono bastati.

Ma un bel rosario, in latino, con Papa 1 e Papa 2 e tutti inginocchiati sul lastricato a soffrire, no?
E poi ci si chiede perché uno si fa musulmano...

Per fortuna sono ateo!

sabato 5 dicembre 2015

Coraggio, Italia



Ci sono Italiani che non hanno da mangiare ma lorsignori vanno ai banchetti.
 

venerdì 4 dicembre 2015

4 Dicembre 2015 - Santa Barbara

Hans Holbein il Vecchio, S. Barbara, (1516),
Alte Pinakothek, Monaco



Gavorrano. Interno di una galleria della miniera: minatori realizzano lavori di perforazione in un cantiere sotto ripiene cementate. (18/02/1969)

[Via: LombardiaBeniCulturali.]

giovedì 3 dicembre 2015

L'importante è soffrire

Un uomo politico è grande in misura della sua forza di previsione: un partito politico è forte in misura del numero di uomini di tal forza di cui dispone.
In Italia i partiti di governo non possono disporre di nessuno di tali uomini: nessuno che sia grande, nessuno che sia almeno mediocre. Uno dei caratteri italiani, e forse quello che è pii malefico per l’efficienza della vita pubblica del nostro paese, è la mancanza di fantasia drammatica. Sembra una affermazione letterariamente paradossale, e in verità è una osservazione profondamente realistica. Ogni provvedimento è un’anticipazione della realtà, è una previsione implicita. II provvedimento è tanto più utile quanto più esso aderisce alla realtà. E perché ciò avvenga è necessario che il lavorio preparatorio sia completo, che nel lavorio preparatorio non si sia trascurata alcuna ipotesi, e delle infinite ipotesi possibili si siano scartate quelle che non resistono alla prova della rappresentazione drammatica. Orbene: le autorità italiane, quelle governative, quelle provinciali, quelle cittadine, non hanno finora decretato un provvedimento che non sia stato tardivo, non hanno ponzato un provvedimento che non abbia avuto bisogno di essere modificato, di essere prima o poi cassato, perché, invece di provvedere, veniva a far rincrudire il malessere. Non sono riuscite ad armonizzare la realtà, perché sono state incapaci di armonizzare prima, nel pensiero, gli elementi della realtà stessa. Esse ignorano la realtà, ignorano l’Italia in quanto è costituita di uomini che vivono, lavorando, soffrendo, morendo. Sono dei dilettanti: non hanno alcuna simpatia per gli uomini. Sono retori pieni di sentimentalismo, non uomini che sentono concretamente. Obbligano a soffrire inutilmente nel tempo stesso che sciolgono degli inni alati alla virtù, alla forza di sacrificio del cittadino italiano.

A. Gramsci, Odio gli indifferenti [3 aprile 1917], Milano, Chiarelettere, 2011, ebook

[Via: Libriaco]